Il BORO è una sostanza chimica elementare non scomponibile in altre componenti più semplici.
Sulla crosta terrestre non è disponibile liberamente ma solo all’interno di altri composti più complessi come l’acido borico naturale e la sassolite, pertanto per essere impiegato richiede un’attività di estrazione e di raffinatura.
Dal punto di vista biologico, seppur rinvenibile in piccole quantità, è in proporzione estremamente presente nelle alghe marine.
Nelle piante il boro è coinvolto nei delicati processi biochimici che determinano la quantità e la qualità del raccolto pertanto il suo impiego in agricoltura ha un ruolo chiave nella redditività del raccolto.
Vediamo ora quali sono gli ambiti di impiego e le relative modalità per migliorare le colture.
Perché le piante beneficiano del Boro?
Questo microelemento migliora la fertilità del fiore aumentando la vitalità del polline. Questo si traduce in una maggiore fecondazione che dà luogo ad una produzione di frutti superiore.
In particolare è coinvolto in particolari attività enzimatiche quali la sintesi di proteine e lipidi, la divisione cellulare e la translocazione degli zuccheri. Questo efficientamento non è limitato al solo punto di vista biologico ma si estende anche al punto di vista strutturale: il boro determina una maggiore lignificazione dei tessuti che determina un irrobustimento del fusto tale da rendere la pianta più resistente agli stress meccanici ed ambientali (forte vento, gelate, stagione secca etc..)
Perché è necessario integrarlo?
Molte piante, come ad esempio l’olivo e la vite hanno difficoltà nell’assorbire il boro presente nel suolo (ad esempio in presenza di terreno alcalino PH > 7) quindi per garantire raccolti abbondanti è necessario un aiuto esterno attraverso la concimazione fogliare.
Quali sono i sintomi della carenza di Boro?
Essendo un microelemento che incrementa l’allegagione è identificabile la sua carenza quando la pianta si trova nella fase fenologica della fioritura (Maggio/Giugno) e manifesta una vistosa riduzione della produzione di fiori, eccessivo sviluppo di succhioni (ossia quei germogli ad elevato sviluppo che sorgono alla base del fusto o su rami legnosi di più anni) e creazione di germogli a rosetta.
Nel caso di perpetrata carenza si può assistere anche alla cascola prematura dei frutticini o dei giovani boccioli dei fiori (a seconda che la pianta sia da frutto o meno)
In ogni caso una volta che i sintomi sono giunti a manifestarsi sulla pianta o sulla produzione è necessario accertare l’ipotesi attraverso la diagnosi fogliare in quanto si consiglia di applicare il concime boro solo in caso di riconosciuto bisogno.
Quali sono le piante che maggiormente beneficiano dell’apporto di Boro
In particolare:
- E’un ottimo concime per trattamenti in olivocultura in quanto riduce sensibilmente la cascola delle olive
- Nei vitigni risolve il fenomeno dell’acinellatura per cui alcuni acini non raggiungono il pieno sviluppo accrescendosi come gli altri dello stesso grappolo. Questo è spesso dovuto alla mancata fecondazione del fiore: aspetto che può essere migliorato attraverso un’applicazione fogliare di boro che migliora enormemente lo sviluppo del budello pollinico nelle infiorescenze.
- Cura e previene il cosiddetto ‘mal del cuore’ della barbabietola da zucchero che si caratterizza per il disseccamento delle foglie e la progressiva marcescenza che rende cavo il fittone. In questo caso il boro aumenta il potere difensivo del sistema immunitario della barbabietola rendendola piu resistente all’attacco del fungo deuteromicete Phoma Betae responsabile di questa patologia
- Previene o riduce l’incidenza di malattie del sedano quali la fragilità e la spaccatura delle coste
- Funge da integratore per quelle piante che non necessariamente sviluppano una patologia da carenza ma che hanno comunque una elevata bisognosità di questo microelemento: cavolo, rapa, tabacco erba medica e drupacee da frutto (pesco, susino, albicocco, mandorlo, ciliegio..)
Quali sono i rischi?
I rischi di citotossicità legati all’impiego del Boro in agricoltura sono molto bassi.
(Fonte estratti BEA)