L’Ulivo (Olea europaea), la pianta simbolo del Mediterraneo, è soggetta all’attacco da parte di diversi patogeni, sia animali che fungini.
Tra tutti i parassiti, la Margaronia dell’Olivo (Palpita unionalis) è facilmente riconoscibile dai danni provocati. Questo insetto attacca i germogli, i rami in allungamento e le nuove foglie che, a prima vista, sembrano “mangiucchiate“, mentre le vecchie foglie risultano perfettamente sane.
Nella maggior parte dei casi, le lesioni sono quindi localizzate sull’apice vegetativo e non diffuse su tutta la pianta.
Questa malattia, a volte, può essere confusa con quella provocata da un Coleottero, noto come Oziorrinco dell’Olivo. Tuttavia, in quest’ultimo caso, le foglie sono mangiate in maniera più simmetrica e possono essere colpite massicciamente anche foglie già sviluppate.
Questa malattia, a volte, può essere confusa con quella provocata da un Coleottero, noto come Oziorrinco dell’Olivo. Tuttavia, in quest’ultimo caso, le foglie sono mangiate in maniera più simmetrica e possono essere colpite massicciamente anche foglie già sviluppate.
Qual è il ciclo biologico del Palpita unionalis? Quali specie sono maggiormente colpite? Come si può prevenire o combattere la Margaronia dell’Olivo? Quali effetti si hanno sulle piante e sulla produzione di Olive? Come difendere le piante colpite?
Ciclo Biologico del Parassita:
La malattia causata dagli insetti della specie Palpita unionalis è nota con diversi nomi; Tignola Verde dell’Olivo, Margaronia dell’Olivo, Piralide dell’Olivo.
Palpita unionalis è un insetto che appartiene all’ordine dei Lepidotteri ed è diffuso in tutto il Bacino Mediterraneo, dalla Spagna, alla Grecia, passando per l’Italia.
L’adulto di questa specie è una sorta di farfalla di colore biancastro che, diversamente dalle sue larve, non arreca danni alle piante. Questa “farfallina” compare nei campi ad inizio Primavera, ma la sua individuazione è un evento raro. Questo perché, di giorno, la Palpita unionalis rimane nascosta nel fogliame e solo all’imbrunire esce per cibarsi di nettare e di altre sostanze zuccherine.
L’adulto di questa specie è una sorta di farfalla di colore biancastro che, diversamente dalle sue larve, non arreca danni alle piante. Questa “farfallina” compare nei campi ad inizio Primavera, ma la sua individuazione è un evento raro. Questo perché, di giorno, la Palpita unionalis rimane nascosta nel fogliame e solo all’imbrunire esce per cibarsi di nettare e di altre sostanze zuccherine.
Dopo l’accoppiamento vengono deposte le uova che, a temperatura ottimale (circa 25°C o 77° F), si schiudono nel giro di 3-4 giorni, tuttavia a temperature di 10° C (50° F) possono impiegarci anche un mese.
Le larve di Margaronia, inizialmente gialle, si accrescono nutrendosi dei teneri germogli dell’Olivo. Esse compiono 4 mute e, nell’ultimo stadio, sono in grado di mangiare anche foglie più coriacee e persino frutti.
Palpita unionalis riesce a compiere, a seconda del clima, 4 o 5 generazioni all’anno, ognuna delle quali dura in media 35 giorni. Lo svernamento avviene in tutti gli stadi larvali successivi alla prima muta, così come Crisalide (Pupa), ma mai nello stadio adulto.
Palpita unionalis riesce a compiere, a seconda del clima, 4 o 5 generazioni all’anno, ognuna delle quali dura in media 35 giorni. Lo svernamento avviene in tutti gli stadi larvali successivi alla prima muta, così come Crisalide (Pupa), ma mai nello stadio adulto.
Danni e Piante Colpite:
La Tignola Verde è in realtà una specie polifaga che, oltre a colpire l’Olivo, attacca anche altre specie della stessa famiglia (Oleaceae), quali Frassino, Gelsomino e Ligustro.
Più raramente sono stati osservati attacchi anche a specie di altre famiglie, come Apocynaceae, Ericacea o Umbelliferae.
La Margaronia causa danni che, estetica a parte, sono spesso trascurabili. Tuttavia, vi è una forte correlazione tra età delle piante e gravità della malattia e, in alcune condizioni, i danni possono diventare seri.
I problemi maggiori si hanno con giovani esemplari, con piante appena innestate o con Olivi che hanno subito una drastica potatura (Capitozzatura); in altre parole in tutti quei casi in cui la “nuova” vegetazione, che è quella preferita dal parassita, prevale sulla “vecchia“.
Se questo patogeno “divora” i nuovi germogli, può compromettere la riuscita di un innesto, oppure modificare la forma d’allevamento nei nuovi impianti.
Se l’attacco è massiccio anche le piante “adulte” possono subire danni: in primis le Drupe diventano “cibo” per gli stadi larvali terminali, compromettendo così la loro maturazione; in secondo luogo attacchi tardivi possono indurre un ritardo nella ripresa primaverile, che si può ripercuotere sulla produzione dell’annata successiva.Infine non dimentichiamoci dell’aspetto estetico, una pianta ornamentale è tale anche per la bellezza delle sue foglie. Una bella pianta di Ligustro o di Gelsomino le cui foglie, dopo esser state mangiate, sono ridotte ad una “lisca di pesce“, diventano oggettivamente brutte alla vista.
Più raramente sono stati osservati attacchi anche a specie di altre famiglie, come Apocynaceae, Ericacea o Umbelliferae.
La Margaronia causa danni che, estetica a parte, sono spesso trascurabili. Tuttavia, vi è una forte correlazione tra età delle piante e gravità della malattia e, in alcune condizioni, i danni possono diventare seri.
I problemi maggiori si hanno con giovani esemplari, con piante appena innestate o con Olivi che hanno subito una drastica potatura (Capitozzatura); in altre parole in tutti quei casi in cui la “nuova” vegetazione, che è quella preferita dal parassita, prevale sulla “vecchia“.
Se questo patogeno “divora” i nuovi germogli, può compromettere la riuscita di un innesto, oppure modificare la forma d’allevamento nei nuovi impianti.
Se l’attacco è massiccio anche le piante “adulte” possono subire danni: in primis le Drupe diventano “cibo” per gli stadi larvali terminali, compromettendo così la loro maturazione; in secondo luogo attacchi tardivi possono indurre un ritardo nella ripresa primaverile, che si può ripercuotere sulla produzione dell’annata successiva.Infine non dimentichiamoci dell’aspetto estetico, una pianta ornamentale è tale anche per la bellezza delle sue foglie. Una bella pianta di Ligustro o di Gelsomino le cui foglie, dopo esser state mangiate, sono ridotte ad una “lisca di pesce“, diventano oggettivamente brutte alla vista.
Difesa e Lotta Biologica:
Trattamenti chimici, su Olivi adulti, sono sconsigliabili in quanto, come detto in precedenza, raramente la Margaronia comporta gravi perdite in termini di resa. In questi casi, semmai, è consigliabile una buona potatura, come ad esempio la “spollonatura” che, eliminando i vigorosi polloni che generano molte nuove foglie, riduce la quantità di “cibo disponibile” per le larve.
Palpita unionalis ha diversi antagonisti naturali. Molto attive risultano diverse specie del genere Apanteles e Nemorilla (ad es. Apanteles xanthostigmus o Nemorilla maculosa), tuttavia molte di esse parassitano l’insetto della Margaronia, uccidendolo solo negli stadi larvali finali.
Palpita unionalis ha diversi antagonisti naturali. Molto attive risultano diverse specie del genere Apanteles e Nemorilla (ad es. Apanteles xanthostigmus o Nemorilla maculosa), tuttavia molte di esse parassitano l’insetto della Margaronia, uccidendolo solo negli stadi larvali finali.
Questo tipo di lotta biologica è utile per impedire la diffusione e la riproduzione della Tignola Verde, ma non riduce efficacemente i danni, qualora l’infezione fosse già in atto.
Nelle fasi iniziali dell’infezione può essere impiegato il batterio sporigeno Bacillus thuringiensis, il quale produce delle tossine innocue per l’uomo, ma nocive per gli stadi giovanili delle larve di Palpita unionalis.
Nelle fasi iniziali dell’infezione può essere impiegato il batterio sporigeno Bacillus thuringiensis, il quale produce delle tossine innocue per l’uomo, ma nocive per gli stadi giovanili delle larve di Palpita unionalis.
I trattamenti devono essere fatti precocemente, in quanto gli stadi larvali tardivi (III° e IV° stadio) sono poco sensibili a Bacillus thuringiensis.
Altri predatori sono rappresentati da diverse specie di ragni e da Syrphus corollae, un sirfide le cui larve si nutrono di quelle della Tignola Verde.
Altri predatori sono rappresentati da diverse specie di ragni e da Syrphus corollae, un sirfide le cui larve si nutrono di quelle della Tignola Verde.
Trattamenti chimici specifici vengono, normalmente, evitati, anche perché risultano efficaci quelli utilizzati per combattere l’infezione di un altro insetto (la Mosca dell’Olivo).
In casi estremi (forti attacchi, su nuovi impianti monocauli o su giovani innesti di piante in Vivaio) si sono dimostrati efficienti Methidathion o Tetrachlorvinphos ed, in generale, è bene utilizzare insetticidi che agiscano localmente e che non vadano in circolo, agendo in maniera circoscritta al punto di applicazione.
In casi estremi (forti attacchi, su nuovi impianti monocauli o su giovani innesti di piante in Vivaio) si sono dimostrati efficienti Methidathion o Tetrachlorvinphos ed, in generale, è bene utilizzare insetticidi che agiscano localmente e che non vadano in circolo, agendo in maniera circoscritta al punto di applicazione.
è importante osservare i disciplinari di produzioni onde evitare l’uso di fitosanitari non ammessi .
Il trattamento deve essere ripetuto più volte, in Aprile, a fine Giugno ed in Agosto.
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