L’Unione europea sta imponendo una diminuzione graduale dell’uso degli agrofarmaci e così ha attivato una serie di sperimentazioni per individuare le strade da seguire senza penalizzare le produzioni. Nell’ambito del progetto Horizon, dalle numerose prove in campo, segnaliamo come molto promettente la tecnica della bulatura su frumento duro.
La Scuola Superiore Sant’Anna e l’Università di Pisa in collaborazione con Horta hanno valutato 12 cultivar di leguminose che sono state traseminate (si tratta della classica “bulatura”) nel grano duro in fase di accestimento, momento nel quale la competizione con la coltura principale è minima. Infatti la produzione di grano duro è risultata identica a quella dei campi senza trasemina.
Nel periodo successivo alla raccolta del grano le leguminose rimaste in campo hanno esercitato un ottimo controllo delle infestanti senza l’uso di lavorazioni o diserbi. Le leguminose che hanno manifestato un’azione più efficace, riducendo anche fino all’85% rispetto al testimone la biomassa di infestanti, sono erba medica sativa, sulla, erba medica polimorfa, trifoglio incarnato e trifoglio persiano.
Nella primavera successiva alla raccolta del frumento le leguminose sono state sovesciate ed è stato seminato sorgo su sodo, che ha prodotto in maniera identica a quello seminato sui campi vicini in modo convenzionale, cioè con erbicidi e fertilizzanti.
Anche questa sperimentazione dimostra che ci sono strade alternative molto interessanti per la gestione integrata delle malerbe, che consentono di ridurre l’uso degli agrofarmaci con minor impatto ambientale e minori costi per gli agricoltori. Ora è importante che queste tecniche vengano trasferite nella realtà delle aziende agricole, affiancando gli agricoltori nella loro messa in campo.
fonte Il nuovo Agricoltore